Salute e medicina – Diritti fondamentali – Diritto all’accompagnamento per chi necessita della supervisione continua durante la deambulazione

Salute e medicina – Diritti fondamentali – Diritto all’accompagnamento per chi necessita della supervisione continua durante la deambulazione

1. Con l’unico motivo i ricorrenti lamentano la violazione dello «articolo unico» della legge n.18/1980 e dell’art.1 della legge n.508/1988, con riferimento all’art.360 comma primo n.3 cod. proc. civ.

2. I ricorrenti sostengono che il giudice del rescissorio ha errato nel ritenere che la deambulazione del F.F. «con appoggio e supervisione continua» non fosse qualificabile quale «impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore», come previsto dall’art.1 della legge n.18/1980; e che la possibilità di deambulare in modo autonomo non fosse desumibile dalla valutazione della residua autonomia del F.F. secondo la c.d. scala di Barthel, siccome afferente al requisito concorrente della incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.

3. Il motivo trova il suo fondamento nel certificato del 16/09/2013, trascritto nelle sue parti essenziali nel ricorso per cassazione. Da quanto trascritto risulta «andatura a piccoli passi e necessità d’aiuto per l’elevato rischio di cadute (…) Si raccomanda supervisione/aiuto in tutte le attività della vita quotidiana che prevedano spostamenti e trasferimenti».

4. Dalla motivazione della sentenza impugnata risulta che il CTU, nel rispondere alle note critiche del CTP sulla questione della retrodatazione dei requisiti al settembre 2013, ha rilevato che nel corso della visita peritale del 27/11/2014 «la deambulazione era molto cautelata, avveniva con base allargata, con l’aiuto di appoggi e supervisione continua».

5. Il giudice del rescissorio, nel fare proprie le considerazioni svolte dal CTU, ha ritenuto che tale condizione non integrasse il requisito previsto dall’art.1 della legge n.18/1980 per la mancanza del «requisito essenziale della necessità dell’aiuto continuo di un accompagnatore durante la deambulazione».

6. La «necessità d’aiuto» riscontrata nel settembre 2013 è sostanzialmente sovrapponibile alla «supervisione continua» riscontrata nel novembre 2014. In entrambi i casi deve concludersi che il F.F. non fosse in grado di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, perché la supervisione implica necessariamente che l’attività in questione (deambulazione) non potesse essere compiuta in autonomia; e risulta altresì che tale necessità non fosse episodica, ma continua.

7. La residua autonomia funzionale del F.F., giusta la valutazione secondo la scala Barhel, non incide sulle conclusioni sopra raggiunte, perché afferisce al diverso (e alternativo) requisito della impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita.

8. Il giudice del rescissorio ha dunque errato nella applicazione dell’art.1 della legge n.18/1980, laddove ha ritenuto che la deambulazione con necessità di «supervisione continua» non rientrasse nella fattispecie astratta della disposizione applicata, ed in particolare nell’ambito del requisito della impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.

9. Per questi motivi il ricorso deve essere accolto e la sentenza impugnata deve essere cassata, con riferimento al motivo accolto, con rinvio al Tribunale di Macerata che, in persona di giudice diverso, provvederà anche sulle spese del giudizio di legittimità.

Cass. civ., lav., ord., 23.10.2025, n. 28212

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